La manutenzione del corpo.

"La natura si è preoccupata di programmare l’organismo sano fino al momento della procreazione, non oltre. Immaginiamo una sonda diretta su Marte: alla Nasa interessa che compia quella missione, non dove e come continua il suo viaggio intergalattico". 

Professor Claudio Franceschi, qui l'intervista completa.

Quindi se la natura ha programmato che l'organismo sano sia protetto fino alla procreazione, dopo chi se ne deve prendere cura?

La cura della madre nel ventre materno dà inizio alle cure, poi in tenera età è un compito svolto dagli adulti e dalla comunità, garantirne il cibo, la pulizia e l'educazione. Poi tocca a noi stessi, scegliere la dieta, praticare sport e mantenerci in forma, ma una parte che dimentichiamo e, nella nostra cultura, non fa parte delle pratiche è la pulizia del corpo e dei sensi.

In realtà esistono tecniche di pulizia praticate fin dal passato anche da noi, come le frizioni e la spazzolatura, oppure i bagni e le saune.

Fin dall'antichità si era scoperto che un corpo pulito giornalmente si rinforzava e appariva più giovane, in āyurveda è un concetto molto importante dove contrastare il processo naturale dell'invecchiamento è alla base dello stile di vita, dal dinacharya, tradotta anche con routine giornaliera, un ampio discorso che comprende non solo la pulizia del corpo e dei sensi, ma anche le azioni da compiere e i momenti più adeguati durante il giorno, ai rasayana, miscele di erbe, a volte complesse, per favorire i processi metabolici e mantenere la forza vitale.

Per chi segue il mio blog è un argomento affrontato più volte, ma rimane una delle parti più difficili, quella di mantenere giornalmente la pulizia del corpo, che in realtà è quella dei sensi, pensando ad esempio l'oleazione o la frizione del corpo stimolano il senso del tatto, uno dei sensi più ampi che abbiamo ed a volte quello meno curato.

Pulire i sensi non è solo pulire l'esterno, ma in realtà permette di garantire un buon rapporto con il mondo, facilitando il compito della mente di comprendere ciò che ci circonda e quindi prendere le giuste decisioni.

Per questo di seguito trovi una serie di prodotti e pratiche per pulire i sensi.

Quando ci si alza al mattino il corpo richiede di svuotarci, liberando la vescica e l'intestino, poi prima di bere, fare colazione o lavare i denti, si consiglia di pulire la lingua, ne ho parlato qui pulire-la-lingua-jihwa-prakshalana puoi scegliere tra il nettalingua in acciaio o il nettalingua in rame.

L'utilizzo dello spazzolino per pulire la lingua è sconsigliato perchè sensibilizza le papille gustative, oltretutto il gusto del dentifricio non è ideale al mattino, perchè non stimola la digestione.

A tal proposito si consiglia di massaggiare le gengive ed il cavo orale con delle polveri dal gusto amaro, astringente e piccante, come la famosa Vicco oppure quella prodotta da Swami Joythimayananda o la formulazione Odontomap della Maharishi.

Ogni formulazione ha gusti diversi ma l'obbiettivo è quello di eliminare le tossine formatesi durante la


notte nel cavo orale, favorire la digestione e rischiarare il senso del gusto. Sia pulire la lingua e il massaggio orale aiutano nelle problematiche di alitosi.

Dopo aver pulito e massaggiato le gengive si potrebbe trattenere in bocca dell'olio di sesamo o, in base alla prescrizione medica, dell'olio specifico per 20' ca. Purifica il senso del gusto, rinforza la voce e la mandibola, l'oleosità probabilmente inibisce l'adesione batterica e la formazione di placca.

Per avere maggiori informazioni sulla pulizia orale puoi leggere lo studio "Concept of Oral Hygiene in Ayurveda".

Pulito il senso del gusto, possiamo pulire il naso, sede dell'olfatto che specialmente d'inverno risente del clima.

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Asana, Pranayama, Mudra, Bandha. Ed. Satyananda Ashram Italia
Se pratichi yoga conoscerai la neti lota da usare con acqua e sale, rimuovendo muco e residui dell'inquinamento per permettere il libero passaggio dell'aria durante la respirazione.
A volte succede che si secchi il naso ed i seni paranasali, per questo un'alternativa è l'utilizzo dell'olio, ce ne sono di specifici per il Nasya, l'oleazione del naso appunto, personalmente uso il Nasyamap della Maharishi. Inoltre esistono delle polveri nasali, come il Rasnadi Choorna.

Sono preparazioni leggermente piccanti, per questo sarebbe ideale parlarne con il tuo medico o terapista per la scelta e l'uso, importante è non deglutire quando viene instillata nelle narici, ma sputare l'olio quando arriva in gola.

Una delle pratiche più importanti in āyurveda, sia per tenere il corpo pulito e reattivo al clima, ma principalmente per nutrire il sistema nervoso ed eliminare le tossine è l'automassaggio. Attraverso questa tecnica inoltre si massaggiano anche gli altri sensi, strofinando con l'olio il naso ed i seni paranasali, il viso, le guance, attorno gli occhi e gli orecchi, oleando in questo modo tutti i sensi.

La scelta dell'olio da usare deve essere fatta in base alla propria costituzione ed in relazione al periodo dell'anno, quindi primo passo sarebbe fare una visita con il medico ayurvedico o chiedere al proprio terapista.

Nella vostra dispensa si trovano gli olii per tutte le esigenze.

L'olio di sesamo, nutriente e leggermente riscaldante, è ideale per la pelle secca e sottile, quindi tipiche caratteristiche della costituzione Vata.

Se la pelle è sensibile o calda possiamo definirla Pitta, si può usare quello di semi di girasole o mandorla, mentre in estate, solo se sciolto naturalmente, è consigliabile l'olio di cocco, oppure il ghee, il burro chiarificato.

Se invece la costituzione è pesante e la pelle oleosa, tipica di Kapha, sarebbe ideale stimolare il corpo attraverso dei guanti in seta grezza come nel trattamento Garshana, ideali anche su pelli sensibili, o la spazzola, se la pelle è più spessa. Queste ultime tecniche sono utili anche per tutte le costituzioni se applicate nel momento e tempi adeguati, per favorire l'eliminazione e la stimolazione del metabolismo.

L'olio sarebbe sempre utile riscaldarlo, a bagno maria oppure con uno scalda biberon.

Se invece il medico o il terapista ti consiglia qualcosa di specifico, ci sono degli olii di formulazione classica ayurvedica definiti taila, come Dhanwantharam, Ksheerabala, Brhami e Dashmoola, solo per citare quelli più usati. Abbiamo parlato dei taila in questo post: Taila, non solo semplice olio.

In Italia puoi trovare Benefica che importa preparazioni classiche ayurvediche.

Infine arriviamo al punto più complesso:

"Ma come faccio a togliere tutto questo olio? Specialmente dai capelli?"

Il consiglio è di applicare il sapone o lo shampoo prima di entrare in doccia, in modo da emulsionare

Photo by Darren Richardson on Unsplash

l'olio al sapone e facilitarne l'eliminazione quando si entra in doccia, l'olio non si elimina con l'acqua!

Come detergente post-oleazione hai l'imbarazzo della scelta, l'importante è non usare qualcosa di aggressivo e che sia a base di prodotti vegetali, in modo da non irritare la cute e la pelle.

La mia scelta è sullo shampoo-threedosha di Samudra Wellness per la composizione naturale, poco aggressivo e piacevole, ideale per tutte le costituzioni. 

Importante, quando devi togliere l'olio da capelli e corpo, non andare subito sotto la doccia, l'acqua non toglie l'olio, prima ti insaponi testa e corpo, poi mettiti sotto l'acqua per sciacquare via il tutto, e ripeti l'operazione, risparmi prodotto e acqua.

Preparati e miscele ayurvedici necessitano sempre di un consulto con il vostro medico ayurvedico, in base alla singola costituzione ed alle esigenze stagionali e di vita.

Buona pratica a tutti.

Leggi anche:

- L'āyurveda in libreria.

- Vyadhi Kshamathwa, il sistema immunitario. Dr Kiranlal VS.

-  L’āyurveda e l’arte della manutenzione di te stesso.

L'āyurveda in libreria.

"Ciascun testo ayurvedico è un'espressione unica della realtà della vita in quanto espressa da un particolare essere vivente, il che spiega perché non sempre i testi coincidano fra loro in tutti i particolari". Robert E. Svoboda - Ayurveda.

Queste righe sono state lo stimolo per la creazione del blog, lo spiego qui, e per me riassumono la necessità di confrontare più testi, perch le conoscenze nella tradizione ayurvedica si tramandano oralmente, per questo poter seguire un corso o una scuola confrontandosi con un insegnante, è uno dei modi più affascinanti di imparare e crescere.

Ma nella realtà non sempre è possibile, quindi leggere è un'ottima via per apprendere, per immergersi in una nuova cultura ed approfondire degli argomenti o semplicemente fare dei regali interessanti.

La scelta dei libri che trattano di āyurveda quindi è varia, trattano argomenti più specifici o si rivolgono ad un pubblico inesperto ed inoltre ci sono vari stili di esprimere le proprie esperienze.

La scelta dei libri che seguono, e che consiglierei a chiunque, l'ho fatta tra quelli letti e quelli che vorrei leggere e mi scuso in anticipo se risulterà una lista incompleta.

Li ho divisi in gruppi: 

  • i primi passi: per chi cerca qualcosa per iniziare a capire di cosa stiamo parlando.

  • i classici che non possono mancare: quelli che a forza di consultare consumerai.

  • la cucina: ideali per sperimentare l'āyurveda.

  • gli avanzati: per chi vuole approfondire.

I primi passi

Penso sia sempre importante partire con cose semplici, bisogna familiarizzare con molti termini nuovi ed all'inizio bisogna ripetere e fermarsi a capire.

Per i più piccoli, ma anche per gli adulti, consiglio L'ayurveda per i ragazzi di A.Russo, che ho incontrato in questo post, dove potete anche richiedere il libro.

Un libro che consiglio spesso è Ayurveda Maharishi. Una visione scientifica del più antico sistema di medicina naturale di E.Iannaccone, si trovano tutti i concetti base espressi in modo chiaro.

Curarsi con l'ayurveda è un libro di Swami Joythimayananda, che ho incontrato in questi due post prima parte e seconda parte.

I classici che non possono mancare

Per i classici intendo dei libri che parlino di āyurveda in modo completo e che siano dei punti di riferimento per consultazioni future.


Un classico che non può mancare è
Ayurveda. Una medicina con una tradizione antica di seimila anni di F.J. Ninivaggi. Lo uso spesso nelle note dei post, è un libro chiaro e completo.

Ayurveda: The Science of Self Healing: A Practical Guide (English Edition) di Vasant Lad è un libro in inglese pratico, scritto da un ottimo insegnante.

Oppure di David Frawley Ayurvedic Healing, sempre in inglese affronta l'āyurveda nei vari aspetti.


La cucina

La cucina è il laboratorio perfetto, ne abbiamo parlato qui, per capire e mettere in pratica l’āyurveda. utili anche come primo approccio.

La saggezza nel cibo. L'ayurveda e la cucina delle nostre nonne di B. Bergnach e V.Ravasi. Li ho incontrati in questo post, è un bel libro, pratico e con buone ricette, ed i laboratori proposti aiutano a far pratica.

Di Swami Joythimayananda c’è il libro Nutrizione ayurvedica. Manuale per una nutrizione equilibrata e sana, un testo completo e chiaro scritto da un grande maestro.

Gli avanzati

Per avanzati intendo libri più specifici e che richiedono un pò di preparazione.


I testi classici ayurvedici tradotti in italiano sono pochi, il dr. E.Iannaccone ne ha tradotto alcune parti della Charaka Samhita come il
Sutrasthana- Il filo degli insegnamenti, il Nidanasthana-Il libro delle cause, Vimanasthana-Il libro delle misureSarirasthana-Libro del corpo e Cikitsasthana Il Libro delle Terapie Ayurvediche. Interessanti sono i commenti con i testi originali in sanscrito

Sempre del dr. Iannaccone si trova il primo volume della Susruta Samhita. Un antico trattato ayurvedico. Dello stesso un libro sui Rasayana nei testi classici (abbiamo parlato di rasayana qui).

Se vuoi si trova la Charaka Samhita completa dei 7 volumi in Inglese.

Materia medica Ayurvedica, di C. Tardelli, è un testo che affronta le piante medicinali indiane dal punto di vista ayurvedico.

Un testo che affronta la maternità, nella preparazione e cura della madre analizzando i testi classici, Ayurveda per la madre e il bambino di Bhagwan Dash.

Un libro che affronta la visione filosofica e psicologica l’āyurveda è Chi sono io? Comprendere chi siamo, le nostre paure e superare i propri limiti attraverso la filosofia e la psicologia ayurvedica di F. Basalisco.

Per chi vive e ama il massaggio Nel cuore del massaggio ayurvedico. Uno sguardo sull'India. Ediz. illustrata di A.Dal Degan è un viaggio nel mondo dell’āyurveda e del massaggio.

Affrontano il massaggio ayurvedico tecnicamente il maestro Govindan, un classico del massaggio, ed Abyangam di Swami Joythimayananda.

I termini ayurvedici ed i testi classici sono in sanscrito, se ti appassiona capirne il significato profondo un piccolo dizionario di sanscrito può essere Dizionario sanscrito di Vallardi oppure il più completo Dizionario sanscrito-italiano di ETS.

Buona lettura.

Leggi anche:

- La manutenzione del corpo.

- 28 Ottobre 2016, il primo Ayurveda Day, Dhanwanthri jayanthi

Taila, non solo semplice olio. Dr Kiranlal VS.

Nell’immaginario comune un massaggio ayurvedico viene associato all’olio, preferibilmente abbondante e caldo, ma perché questa particolarità e poi, stiamo parlando solo di olio o di qualcosa di più?

Snehana(1) non è solo lubrificare la pelle per favorire il movimento, la manualità o limitare l’attrito, snehana è nutrire in profondità e stimolare l’eliminazione delle tossine



Il dr. Kiranlal VS ci aiuta a capire la differenza tra un olio medicato, il taila(2), da un olio cosmetico da massaggio. La chiacchierata prosegue dopo aver parlato delle difese immunitarie, vyadhi kshamathwa, ed aver la fortuna di confrontarsi con i propri insegnanti è sempre stimolante e formativo.


Quindi dr. Kiranlal, nel massaggio l’olio è parte attiva della terapia?


“Certamente, nelle varie tecniche di massaggio, come abhyāṅga(3) o śirodharā(4), per citare quelli più conosciuti, la scelta del taila diviene essenziale a scopo terapeutico, non è solo qualcosa che ti permette di applicare la tecnica, ma è un soggetto attivo nella terapia.”


Quando parliamo di taila, a cosa ci riferiamo?


Taila significa olio in sanscrito, tila taila è l’olio di sesamo per esempio, ma nella terapia taila racchiude tutto il mondo degli oli terapeutici, come dhanwantaram taila o ksheerabala taila e molti altri.

La differenza sostanziale da un olio preparato secondo l’āyurveda è come l’olio, attraverso la cottura, permetta l’aggregazione con le proprietà mediche delle erbe.

Partiamo dai guṇa(5) dell’olio in generale, guru-pesante, snigdha-oleoso e drava-denso, dovuto alla struttura molecolare molto fitta, ma attraverso la cottura con il decotto di erbe, assume delle qualità quali il laghu-leggero e tiksna-penetrante.

Questa trasformazione permette alle proprietà del taila di nutrire i dhātu(6) e favorire l’eliminazione delle tossine.”


Nei taila troviamo formulazioni solo con miscele di erbe o anche solo con una determinata pianta?


Sida cordifolia da Indian Herbal Remedies.


In āyurveda generalmente utilizziamo sempre una miscela di erbe, che assieme bilanciano sia la forza che la debolezza di queste erbe. Accade in ksheerabala per esempio, che la formulazione sia solo con Balā, sida cordifolia, come pianta, ma questa attraverso la cottura con del latte, kshee, lo bilancia.”


L’olio quindi diviene medicina, ma il suo uso è solo sulla pelle?


Il taila serve a nutrire e pulire tutti i sensi, lo scopo principale nel dinacharya(7) se pensi, pratiche giornaliere di pulizia di bocca, naso, occhi, orecchie e pelle, permettono al sistema nervoso di percepire in modo chiaro il mondo esterno e quindi di reagire in maniera adeguata agli stimoli.

Per questo si utilizza nel nasya, la pulizia del naso, e nel gandusha, il trattenimento di olio in bocca, questa è la capacità del taila di lavorare su più sensi nello stesso momento.

Mentre nella preparazione del paziente per terapie come il pañcakarma(8) si utilizza il ghee, il burro chiarificato, che viene visto come un olio, per facilitare l’eliminazione delle tossine.”


Quindi il taila nutre ed elimina?


“Si il taila nutre i tessuti in profondità, eliminando l’accumulo dei doṣa(9), principalmente di vata che per natura è mobile, quindi è sempre il primo che tende ad aggravarsi, inoltre le qualità snigdha-oleoso e slakshna-liscio del taila bilancia il rūkā-secco e kara-ruvido, altre qualità di vata.

Per questo elimina l’accumulo dei doṣa, partendo proprio da vata, il primo ad aggravarsi in ogni circostanza. Eliminati gli accumuli dei doṣa le altre tossine verranno eliminate di conseguenza.”


In occidente parliamo di oli essenziali e aromi, quali sono le differenze sostanziali tra un taila ed un olio base, come sesamo o mandorla, miscelato a degli oli essenziali o essenze?


La prima differenza è nella struttura dell’olio, il taila medicato viene cotto, quindi la struttura di olio e pianta si aggrega, diventano una sola, inoltre l’olio attraverso la cottura assume qualità che prima non aveva come abbiamo detto prima.

Nella formulazione cosmetica le strutture di olio essenziale o estratto della pianta ed olio non sono aggregate attraverso la cottura, inoltre l’olio non cotto mantiene le qualità originarie, non assume quell’acuto che gli permette di penetrare per esempio.”


Sicuramente il profumo è diverso, nella mia esperienza lavorativa vedo che a volte è un limite all’utilizzo dei taila in Europa.



“Si, per me il taila ha un profumo piacevole, fa parte della mia cultura come accade per la cucina indiana, ma in Europa può essere sgradevole e difficile da apprezzare, ma fa parte del ricordo che tutti noi associamo.

Il senso dell’olfatto agisce molto sui ricordi, quindi la scelta che noi facciamo davanti ad un profumo è legata ai nostri ricordi inconsci, per questo di fronte allo stesso profumo abbiamo opinioni diverse.”


Quindi il potere della pianta ha effetto anche se non ci piace il suo profumo?


L’esperienza olfattiva è l’aspetto superficiale dell’aroma, agisce sui ricordi, se prendiamo la lavanda per esempio, creerà dei ricordi diversi in ognuno di noi, ma avrà un effetto profondo sul metabolismo uguale in entrambi.

Questo accade anche nel taila, all’olfatto forse non lo apprezzi, ma l'effetto fisiologico sarà uguale in ognuno di noi.

Possiamo dire che l'effetto di pulizia e nutrimento dei taila avviene anche in presenza di tossine ed aggravamento dei doṣa. Mentre il limite delle formulazioni di olio ed estratti di piante è la necessità prima di eliminare il velo creato dalle tossine per permettere al corpo di apprezzare totalmente il potere degli oli essenziali contenuti."


Leggi anche:

- vyadhi kshamathwa, il sistema immunitario

28 ottobre 2016, il primo ayurveda day

Note:

1-snehana: letteralmente ciò che è utile all'oleazione, ma si riferisce ad oleazione del corpo.

2-taila: Olio, olio medicale, usato anche per definire l'olio di sesamo.

3-abhyāṅga: Massaggio con olii caldi medicati dell'intero corpo, se parziale diviene shiroabhyanga.

4-śirodharā: sicuramente uno dei trattamenti ayurvedici più conosciuti, dove si fa colare dell'olio o altro medicamento, come decotti o latte, sulla fronte. Tempi, medicamento e temperatura di questo sono scelti in base alla costituzione del paziente.

5-guṇa: Qualità o attributo, caratterizza tutta la materia, si basa su due concetti: il simile accresce il simile e gli opposti si compensano. Per esempio per ottenere la rimozione di una sostanza oleosa si usa qualcosa con qualità secca, etc…

6-sapta dhātu: i sette tessuti corporei., prodotti attraverso la digestione, secondo una sequenza che passa da strutture grossolane a più sottili: rasa- plasma > rakta - sangue > māmsa - muscoli > meda - adipe > ashti - ossa > majjan - midollo spinale e nervi > sukra - tessuti riproduttivi. La tradizione ayurvedica concepisce l'ojas "ottavo tessuto" ... l'essenza vitale suprema che conserva la vita (Āyurveda, F.J. Ninivaggi, ed Ubaldini).

7-dinacharya: tradotta anche con routine giornaliera, è un ampio discorso che comprende non solo la pulizia del corpo e dei sensi, ma anche le azioni da compiere e i momenti più adeguati durante il giorno.

8-pañcakarma: Letteralmente le 5 (pancha) azioni (karma), in āyurveda si definiscono le 5 terapie principali per la purificazione. Queste sono: vamana - vomito terapeutico, virechana - utilizzo dei lassativi, vasti o basti - clistere evacuativo con decotti o oli medicati, nasya - utilizzo di medicamenti nelle narici, rakta moksha - il salasso.

9-doṣa: Principio e sostanza bioenergetica (Āyurveda, F.J. Ninivaggi, ed Ubaldini). Alterazione, malattia (Diz. Sanscrito Ed Avallardi). Questi sono kapha, che rispecchia gli elementi prithvi (terra) e jala (acqua), pitta che esprime le qualità di tejas (fuoco) e in parte minore di jala, ed infine vata che rivela vaju (aria) ed akash (etere).