Anna Russo, L'Ayurveda per i ragazzi.

Il congresso dello scorso settembre a Milano, è stato un momento importante per conoscere varie realtà che ruotano attorno all'āyurveda.

Una di queste è stato un libro che fonde la condivisione dell'āyurveda con la beneficenza, per questo ho voluto darne spazio nel blog, inoltre visto il periodo, potrebbe diventare un bel pensiero di Natale. 
Incontro Anna Russo, terapista ayurvedica, parlando del suo libro, dedicato all'introduzione dell'āyurveda ai ragazzi, e del progetto benefico a cui il libro partecipa.

Mi colpisce prima di tutto la sua vitalità e la passione con cui ha realizzato il testo:
Quindi Anna qual'e' l'idea che ha fatto nascere il libro?

Come ho scritto nelle motivazioni, proprio all'interno del libro, "Le ragioni di questo lavoro non hanno memoria se non quelle del cuore" ma, mi rendo conto che bisogna trovare una motivazione più pratica.
Posso dire che, fin da bambina, ho maturato l'idea che un giorno, se mai mi fosse capitata l'opportunità, avrei fatto in modo di spiegare un concetto od un tema in modo semplice ed accessibile, magari con il supporto di una parte visiva, a me tanto cara.

Quindi a conclusione del percorso di studi come terapista, presso l'Ayuvedic Point di Milano, c’era lo scoglio da superare della tesi.

Notti insonni a pensare cosa fare, e ti risparmio tutte le altre turbe mentali che mi sono fatta.
Durante una di queste notti, mi sono ricordata di quella bambina che aveva fatto, a se stessa, quella promessa, ecco tutto qui.

Una promessa verso i ragazzi, a cui dedichi il libro, ma penso che possa aiutare anche gli adulti, la scelta dei temi e renderli di facile comprensione è stata fondamentale.

Si in effetti il titolo trae in inganno, è un libro adatto a ragazzi ed adulti, a mio parere anche ai bimbi piccoli, ricordiamo che ci sono le immagini!  E poi è un libro scritto da un adulto, che conserva viva la bambina che c’è in se, questo si vede no? 
L’intento è quello di avvicinare un argomento assai complesso, a tutti.

Quando ci siamo incontrati mi parlavi della scelta dei disegni e del modo di rappresentare i vari temi, può condividerne gli aspetti?

Si, dietro ai disegni c’è molto studio, ed anche diversi livelli di lettura, come Satva, Rajas e Tamas(1).
A riguardo non voglio svelare troppo ma lasciare al lettore il suo livello di lettura, però visto che tu me lo chiedi, do dei piccoli indizi:
per esempio, il disegno del bambino è il bambino che ognuno di noi ha disegnato almeno una volta nella vita, quello del libro è più stilizzato ma tutti l'abbiamo disegnato così, un ritorno al bambino dentro di noi?

La circolarità dei disegni, come il giorno e la notte uno nell’altro, anche la vita e la morte, uno nell’altro, il ciclo delle stagioni, uno nell’altro senza interrompersi.
Basta basta ho detto troppo, ma se qualcuno volesse condividere con me sono sempre disponibile a farlo…

Alla fine c'è una parte che stimola i piccoli lettori a colorare, perché questa scelta?

E' stato il mio modo di rendere tutti parte integrante del libro, di avvicinarli ancora di più alla lettura, come accade tra un capitolo e l’altro, dove le pagine sono state lasciate appositamente bianche, in modo da riprendere un disegno o per eventuali appunti, insomma un libro per tutti.

Il ricavato del libro andrà all'associazione Piccoli Petali, puoi raccontarci il loro impegno?

Si, volentieri, Piccoli Petali è un associazione culturale, che si pone l’obbiettivo di avvicinare proprio i più piccoli a tutte le scienze, come l’āyurveda, lo Yoga, la meditazione, l’arte, etc…
Accade però che molte famiglie non possano permettersi di far partecipare i figlia a corsi o attività, a causa dei costi o per altri motivi sconosciuti e non, noi vorremmo iniziare a rendere possibile questo.
Il primo progetto che abbiamo realizzato è stato durante l’estate appena trascorsa, nei mesi da Luglio a Settembre, in un ospedale pediatrico di Milano, nel reparto di dialisi, dove durante le terapie, alcuni bambini, hanno partecipato ai nostri laboratori d’arte, l’operatrice che ha tenuto il corso è stata pagata proprio con il ricavato della vendita del libro.
Il risultato? Dei disegni bellissimi e ore pesanti come la dialisi rese più leggere.

Arriviamo a te, nel blog parlo delle persone e di come sono entrate in contatto con l'āyurveda, posso definirti un'ayurvedica per caso?

Si, io proprio ne sono l’esempio, tanti anni fa organizzavo convegni, riunioni di lavoro, e tutto quello che girava attorno ad essi.
Durante uno di questi, durato una settimana in un bellissimo albergo della Franciacorta, ho dovuto anche prevedere alle attività ludiche.
In quel periodo praticavo la meditazione, mi venne in mente di proporla di mattina presto, prima dell’inizio delle sessione di lavoro.
Il cliente accettò con entusiasmo la proposta, così contattai una persona della zona, che teneva proprio sessioni di meditazione.
Questa persona è un medico, fu lui quindi a parlarmi dell’āyurveda, suscitando in me così tanto interesse che decisi di fissare una visita medica ayurvedica, dalla quale ne seguirono altre.
Fu proprio durante i nostri incontri che il medico mi consigliò di frequentare la scuola Ayurvedic Point, a quei tempi proprio all’inizio. 
Ho frequentato il primo anno, poi il secondo e poi tutti e 4, al dire il vero, riprenderei volentieri a rifrequentare!!!

Di solito chiedo se mi puoi raccontare un tema, un argomento, o una parte dell'āyurveda che ti sia più caro, che senti più vicino.

Ohhh, questa è la domanda più difficile, per me l’āyurveda è vita, tutto mi è profondamente caro, ma per chi si avvicina ad essa, quello che mi sentirei di consigliare è la dinacharya (2), tante azioni semplici che fatte quotidianamente, possono e cambiano la vita delle persone.

Colgo l'occasione di ringraziarti  per questa opportunità, inoltre ringrazio Ayurvedic Point, per avermi formata, e tutte le persone che si prodigano ogni giorno per aiutare l’associazione Piccoli Petali, senza di voi, nulla sarebbe possibile.

Lascio Anna ed il suo sorriso riaprendo questo libro, ma questa volta voglio leggerlo disegnando.

Per chi è interessato al libro, può contattare Anna:
cell: 335.8059979 dopo le ore 18:00
email: targetmc@tin.it;
inviando l'indirizzo di spedizione riceverete il libro nel giro di pochi giorni.
Note:
1- Satva, Rajas e Tamas: tradotti come triguna o mahaguna: "I triguna si rendono necessari per attivare la conoscenza del sé. Da loro dipendono gli stati psichici dell'uomo". (
Curarsi con l'ayurveda. Swami Joythimayananda, Ed Frilli). "Questi tre attributi forniscono la base per distinzioni del carattere umano e le differenze individuali nelle inclinazioni psicologiche e morali". (Ayurveda: la scienza dell'autoguarigione Dr. Vasant Lad, Ed punto D'incontro.).

2- Dinacharya: tradotta anche con routine giornaliera, è un ampio discorso che comprende non solo la pulizia del corpo e dei sensi, ma anche le azioni da compiere e i momenti più adeguati durante il giorno.

3° Congresso Internazionale di Āyurveda, il Dr Antonio Morandi.

Tra il 16 ed il 19 Settembre scorso, si è svolto a Milano, presso l'Hotel Villa Torretta il 3° Congresso Internazionale di Āyurveda.
Quattro giorni intensi e stimolanti, con la partecipazione di medici, studiosi, appassionati, aziende del settore e curiosi, spinti dal desiderio comune di confrontarsi e capire.

Ne parlo con uno degli organizzatori, il Dr. Antonio Morandi, Presidente società scientifica italiana medicina ayurvedica.


Dr. Morandi come nasce l'idea di un congresso di 
āyurveda in Italia?

Quello che ci ha spinti è stata la volontà di proporre lo studio della medicina ayurvedica in un ambito ed in un confronto scientifico, tipico della ricerca e della medicina moderna.

Quindi esponendo quelle che sono le ricerche più recenti attraverso un format che potesse essere comparabile, secondo i canoni dei congressi scientifici internazionali, a quelli di cui avevo esperienza come neurologo e neuro scienziato.

L'esempio era il Congresso Mondiale di 
āyurveda, che si svolge ogni 2 anni in India, arrivato quest'anno alla 7a edizione. 

Una cosa ovviamente più grande, per darti un'idea ci sono circa 4000 partecipanti e mezzo milione di affluenza di pubblico, in soli 4 giorni, una cosa immensa per noi europei.

Quindi il primo Congresso Internazionale, tenutosi a Milano nel 2009, è stato il primo esempio di gestione di un congresso di scienze occidentali per quello che riguarda l'āyurveda.
L'abbiamo ripetuta nel 2010 in India, con i nostri coorganizzatori, che sono il Prof. Nambi e tutta la SNA, a Trisshur.

Siamo stati fermi un po' di tempo perché erano gli anni della grande crisi, durante i quali abbiamo avuto grossi problemi a reperire fondi e sponsor. 
Il 2016 è stato l'anno decisivo per riproporlo, decidendo di fare la manifestazione a Milano, da dove siamo partiti, mantenendo la gestione fin dall'inizio.

Il titolo del congresso di quest'anno, "Āyurveda il senso della vita: il futuro nella tradizione”, richiama appunto il confronto tra modernità e medicina classica.


Infatti, abbiamo tenuto "Āyurveda il senso della vita" come titolo generale fin dal 2009.

Mentre il sottotitolo, che quest'anno è "Il futuro nella tradizione", è sempre stato legato ad il tema del congresso. 
Un esempio è stato nella prima edizione, dove il sottotitolo era "Consapevolezza ambiente e salute". Legato alla necessità di comprendere che solo dalla consapevolezza si arriva all'integrazione con l'ambiente, ottenendo come elemento risultante la salute.


Il programma di questa edizione era diviso in due livelli, il primo e più importante con il Congresso stesso ed INDRA (International network for developement and research in Āyurveda), riservati a ricercatori, medici ed esperti.
Una seconda parte aperta al pubblico ed ad operatori del settore, con il Festival "Salute Futura", con un'area espositiva, workshop e conferenze.
Si può dire che l'obbiettivo era di andare incontro ai vari livelli di conoscenza dell''āyurveda?

Infatti, questo è lo scopo di questi avvenimenti, in questo momento un po' di frontiera. E' molto importante che ci sia, al di là di quello che può essere lo scambio professionale, scientifico e tecnico degli addetti ai lavori, una corretta diffusione di informazioni al pubblico, che vuole sapere un sacco di cose ma che a volte non sa mai dove rivolgersi.
Allo stesso tempo l'attenzione del pubblico è quello che permette l'interesse degli sponsor, perché loro vogliono la visibilità del pubblico, oltre l'aspetto specifico.
E quindi tutto quanto gioca intorno ad una diffusione dell'informazione corretta per il pubblico e per gli addetti ai lavori e quindi tutti quanti sono contenti.

Durante l'esperienze delle varie edizioni dei congressi, ha notato un'evoluzione da parte di chi propone le proprie ricerche, un'interesse maggiore da parte della ricerca stessa e del pubblico?

Sicuramente, c'è un interesse notevolissimo da parte dei ricercatori, ma la cosa più interessante è la risposta del pubblico e degli sponsor, che sono fondamentali, perché sono quelli che poi ti permettono di fare il congresso. 

Tutto gira attorno a quello, sfortunatamente e fortunatamente.

Si, sfortunatamente e fortunatamente, ma sai in queste cose pionieristiche l'aspetto commerciale, è secondario, perché se le aziende decidono di sponsorizzare è perché ci credono, non perché vedendo un effetto commerciale a breve termine e questo è un elemento molto importante. 
Per spiegarmi meglio, nel 2009 abbiamo fatto fatica a trovare sponsor, mentre nel 2010 essendo in India molto meno, infine quest'anno le aziende venivano da noi a chiederci di poter sponsorizzare il congresso, e questo è un segnale di cambiamento. 
Diversa è l'evoluzione in campo scientifico accertata ed accettata, che continua ad esserci, ma questo tipo di impostazione del congresso porta un sacco di fermento nell'ambiente e di conseguenza progetti nuovi.

Ad esempio, dal Congresso del 2009, è nata "Journal of ayurvedic and integrative medicines", una rivista diventata poi una delle più importanti del settore.
Un altro aspetto è stato l'interesse del Governo indiano, che nel 2009 era presente con una piccola delegazione.
Mentre nel 2016 è arrivata una delegazione del ministero dell'AYUSH, che è il ministero delle medicine non convenzionali, significa che l'interesse è stato ancora maggiore.


Parte importante del Congresso è INDRA, l'International network for developement and research in Āyurveda. Quel'è l'obbiettivo di questa rete?

INDRA è un'iniziativa molto particolare, che abbiamo intrapreso tre anni fa, perché in questo panorama, quello che abbiamo sempre notato, è che esiste una grande disomogeneità nella ricerca che vien fatta in Ayurveda a livello internazionale e non c'è una visione comune che permette un'avanzamento delle conoscenze in maniera tale da poter poi mettere l'āyurveda a confronto con la medicina moderna.

INDRA quindi porta a stabilire delle linee guida comuni, il white paper o libro bianco, che verranno pubblicate, come indicazioni delle linee guida di ricerca.

Questo network si stabilisce tra le varie istituzioni, in maniera tale da rendere omogenea la ricerca in maniera da sinergizzare le cose, in modo da ottenere risultati maggiori, invece di quelli che potrebbero essere ottenuti se tutti andassero per conto loro.

In effetti, durante la discussione dei temi principali, durante INDRA, una delle richieste maggiori era evitare la confusione e di conseguenza la necessità di uniformità.
Un esempio è l'intervento in cui si chiedeva di non tradurre i termini usati in Ayurveda, perché hanno un senso proprio.

Esatto, noi abbiamo bisogno di messaggi chiari, per riuscire poi a trovare questo contatto e quindi la collaborazione con la medicina moderna.

Tradurre a volte non ha senso, perché innanzitutto non sono termini ma espressioni di concetti. 
Il sanscrito è una lingua dinamica, ne risulta che non si può tradurre in una maniera statica, una cosa che è in continuo divenire, per cui è molto più importante lasciare i termini così come sono.

Questa è un'operazione che noi abbiamo fatto consapevolmente, nella lingua italiana, inserendo parole provenienti da altre lingue che esprimono dei concetti, come per esempio report, li prendiamo dalla lingua inglese perché sono dei concetti che non sono facilmente traducibili.
Per cui è molto più importante lasciare questi nomi nella loro lingua originale, ne esprimono i concetti che poi sono come codici che ci permettono di leggere le informazioni.

L'esempio più semplice e facile è doṣa(1), la traduzione letterale non è in un termine solo, ma è nella spiegazione di un concetto.
Non sarebbe neanche pratico all'uso, quindi tanto vale utilizzare le parole originali. 
Per quello è molto importante che ci sia un glossario e quel glossario in qualche modo venga reso disponibile a tutti.

INDRA inoltre è un premio assegnato a giovani ricercatori, giunto alla terza edizione.

Questi premi sono importanti per stimolare la ricerca, e che questa venga effettuata in un certo modo ed in una certa direzione.
Quest'anno il premio è andato alla ricerca "Depression between Biomedicine and Ayurvedic Medicine - A case of patient experiences in Slovenia", della Dr.ssa Kolarevic.

In questo modo si premia l'idea di base, l'impostazione. 
Poi sono ragazzi giovani che avranno tutto il tempo e la possibilità per cambiare e di approfondire il lavoro, ma ciò che è importante è il sistema di pensiero che viene premiato, più che il risultato della ricerca in sè.

Il risultato della ricerca delle volte può essere interessante perché magari deriva da una ricerca rigorosa ma significare molto poco. Invece molte volte vedere che la ricerca è impostata con il paradigma di pensiero diverso può essere quello che ci serve.

Per esempio quest'anno è stata premiata un'impostazione rivoluzionaria, molto interessante, con esiti che possono essere sicuramente migliorati. 

Mentre l'anno scorso è stata premiata la ricerca della Dr.ssa Dalla Libera, "L'
āyurveda aiuta il recupero della funzionalità linguistica e dell'equilibrio del network neuronale dei pazienti afasici dopo un ictus: uno studio pilota". 
Un lavoro importante sia di pensiero che di risultati. 
Nel confronto nel 2015 era un lavoro più clinico mentre quest'anno è più prospettico, ma entrambi sono importanti perché in qualche modo rappresentano una idea nuova, un sistema nuovo nell'impostare l'osservazione.

Infine, nella sessione 2 del congresso, del Sabato pomeriggio, ha presentato il tema "La capacità di adattamento, come determinante di salute e malattia in Āyurveda", può esprimerne il concetto?

Questa visione deriva da un'esperienza che abbiamo fatto qualche anno fa da qui è scaturito un libro, scritto assieme al Prof. Nambi, su una visione nuova del concetto di salute.

Il concetto di salute è alla base di tutti i concetti di medicina, però c'è una grande confusione su cos'è la salute, questo perché viene interpretata in maniera diversa a seconda dei diversi sistemi di pensiero.

Allora abbiamo cercato di lavorare con altri colleghi, in cui venivano messe a confronto la visione occidentale e la visione indiana della salute. Cercando di trovare poi una quadra, in maniera tale che potesse soddisfare entrambe le visioni, offrendo infine una piattaforma comune da cui partire.

E quello che ne è scaturito, che in realtà è quello che l'
āyurveda, ed anche tutta una componente della biologia, ci propone, ma che non viene tenuto molto in considerazione dalla medicina, la salute come capacità di adattamento degli organismi viventi.

Per esempio quando si è raffreddati non si hanno le migliori capacità di adattamento, si deve dare attenzione all'ambiente, perché diversamente la salute e l'ulteriore capacità di adattamento peggiora, di conseguenza si deve stare a letto e così via.
Per cui questa è una visione molto importante perché soddisfa entrambi i campi, sia quello moderno sia quello ayurvedico. 
Perché permette a quello moderno di focalizzare meglio l'attenzione su dove deve essere esercitato l'atto terapeutico, perché anziché un'attenzione sulla malattia vista come argomento esterno, l'attenzione viene rivolta verso la salute residua, quindi la capacità che l'organismo ha di riportare la capacità di adattamento al valore più prossimo a quello ottimale.

Quindi per la medicina moderna vuol dire una completa e differente gestione delle malattie croniche, dell'invecchiamento, della prevenzione e della disabilità. 
Perché considerando questo tipo di visione come capacità di adattamento, di fronte ad una persona con disabilità, nel pieno della salute in base alle sue condizioni, questa avrà capacità di salute superiori ad un soggetto abile ma con uno stato di salute inferiori. 

Ma la medicina moderna vede i due come uno disabile e l'altro invece abile, e li tratta in maniera diversa, mentre la situazione ideale è opposta, perché, in questo caso, c'è più capacità di adattamento nelle persona in salute in sedia a rotelle rispetto all'altra.
È una rivoluzione un po' copernicana nel campo della medicina e nel come affrontare le cose.

Leggi anche:

- Ayurvedico per karma, dr. Narayan Nambi.

- A.P.A. - Ayurvedic Practitioner Association


Note:
1: doṣa: Principio e sostanza bioenergetica (
Āyurveda, F.J. Ninivaggi, ed Ubaldini). Alterazione, malattia (Diz. Sanscrito Ed Avallardi). Questi sono kapha, che rispecchia gli elementi prithvi (terra) e jala (acqua), pitta che esprime le qualità di tejas (fuoco) e in parte minore di jala, ed infine vata che rivela vaju (aria) ed akash (etere).

28 Ottobre 2016, il primo Ayurveda Day, Dhanwanthri jayanthi

Nei mesi tra Ottobre e Novembre, in base alle fasi lunari, elemento fondamentale del calendario induista, si festeggia il Dhanwanthri jayanthi, la festività dedicata a Dhanwanthri, Dio della medicina e della salute.

In India presso i centri ayurvedici, nelle scuole e nelle cliniche, oltre che nei templi rivolti al culto di Dhanwanthri, specialmente nel Kerala e nel Tamil Nadu si celebra questa festività’, ma spesso accade anche nelle case, per favorire la protezione dalle malattie ai componenti della famiglia.


Immagini raffiguranti Dhanwanthri sono facili da scorgere negli studi medici o stanze in cui si praticano i trattamenti.

Nelle varie rappresentazioni, con 2 o 4 braccia, sorregge sempre una coppa, nella quale trasporta l'amrita, il nettare della vita, la ruota rappresentante la mente universale, la conchiglia associata all'origine dell'esisitenza. Infine nell'ultima mano sorregge, in base alla raffigurazione, un ramoscelli di erbe mediche o una sanguisuga che rappresentano l'arte medica.

“Il nettare della vita, dell’eternità, in quella coppa Dhanwanthri ci porge ciò che mantiene la salute.”

Ne parlo con il dr Kiranlal VS, medico ayurvedico mio primo insegnante in India.

"E’ importante promuovere questa festività al di fuori dei confini indiani.

L'attenzione verso l'āyurveda nel mondo sta crescendo, per questo penso che attraverso iniziative del genere, si possa stimolare la cooperazione delle varie comunità legate ad essa al di fuori dell'India.

Quindi l’ Āyurveda Day, mantenendo la data di quest'anno del 28 Ottobre, legata ai festeggiamenti per l'anniversario della nascita (jayanthi) di Dhanwanthri. O meglio per quest'anno, perché seguendo il calendario lunare, nel 2017 sarà il 17 Ottobre."

Di seguito le date dei prossimi anni:

2018    Lunedi 5 Novembre

2019    Sabato 26 Ottobre

2020    Venerdi 13 Novembre

2021    Mercoledi 3 Novembre 

2022    Domenica 23 Ottobre 

2023    Sabato 11 Novembre 

2024    Mercoledì 30 Ottobre 

2025    Domenica 19 Ottobre 

2026    Sabato 7 Novembre 

2027    Mercoledi 27 Ottobre 


"L’intento è di raggiungere la notorietà dello Yoga Day, riconosciuto anche dall'ONU. 
Ma sappiamo che sarà una strada che richiederà del tempo. 
Per questo attraverso queste iniziative possiamo sensibilizzare l'opinione pubblica.
"

Il tema scelto per la prima edizione è Ayurveda for everyone - Ayurveda per tutti.

"Sfortunatamente l'āyurveda in occidente è conosciuta maggiormente come parte del mondo del wellness e delle Spa.
Ma non è questo, non è semplicemente lo śirodharā(1) o un massaggio nei centri benessere, ma un completo sistema sanitario che viene praticato da millenni in India.
L’intento è renderne il valore noto e accessibile a tutti, uscendo dal concetto che sia costoso e limitato a pochi.
L’āyurveda è uno stile di vita, che richiede conoscenza di noi stessi in relazione con la nostra natura e con i ritmi della natura stessa."

Cosa può fare ognuno di noi per partecipare all'evento?


"Qualsiasi cosa, dall'accendere una candela, come accade in molte case indiane, fino ad organizzare un evento nella vostra città.
Condividere notizie riguardanti l’āyurveda, A livello mondiale in questa giornata in molti si organizzano per questo scopo.
Sappiamo che molte persone sono interessate a questa medicina, quindi è importante supportare la pratica, l’educazione e le attività attorno ad essa."

Quindi il messaggio di Dhanwanthri quale può essere?

“Come figura mitologica Dhanwanthri nasce dall’oceano universale di latte, dove da un lato  si trovano gli Dei, mentre all’opposto dimorano i demoni.
Come reincarnazione del dio Viu(2), colui che mantiene l’equilibrio, Dhanwanthri prova ad estrarre il meglio dal mondo, in modo da portare, attraverso l’āyurveda, il nettere della vita eterna, l’amrita appunto.”

Accendiamo una candela, leggiamo una parte di un libro sull’āyurveda o prendiamoci cura di noi stessi.
Ricordiamoci che di fronte a noi troviamo sia il buono che il cattivo, il divino ed il demone, ma possiamo trovare l'amrita solo se facciamo buon uso di ciò che ci circonda.

“E’ chiamato āyurveda ciò che descrive una vita benefica e dannosa, felice ed infelice, quello che è favorevole o sfavorevole per la vita, la misura della vita e la vita stessa.”
Ca. Sa. Sut. I 41


Note:
1-śirodharā: sicuramente uno dei trattamenti ayurvedici più conosciuti, dove si fa colare dell'olio o altro medicamento, come decotti o latte, sulla fronte. Tempi, medicamento e temperatura di questo sono scelti in base alla costituzione del paziente. 
2-Viu: Una delle tre divinità supreme nell'induismo, Brahma-Viu-Shiva, sovrano dell'universo che viene creato e distrutto da Viu stesso, conservandolo e ricreandolo continuamente. Si manifesta attraverso varie manifestazioni o avatar, tra queste troviamo Krishna.

Dr Narayanan Nambi, condividere e capire.

Continua l'incontro con il dottor Nambi, iniziato nel post precedente.

Nel post del nostro ultimo incontro p
arlavamo di Dharma, l'azione verso uno scopo.
Nella nostra cultura ci troviamo difronte a molti condizionamenti, sia culturali che religiosi, per questo a volte siamo in difficoltà nel gestire il cambiamento verso un modo di vedere la vita più ampio, certamente diverso.
Cosa potrebbe aiutarci per non perdere le nostre radici, essenziali per chiunque, ma allo stesso tempo trovare più "ossigeno" per la nostra mente? 

Quello che penso è che le persone devono cambiare molto in questo momento, in qualsiasi aspetto della vita
In ogni angolo del mondo l'uomo sta' lottando, si scontra, si combatte, in questo modo la civiltà non può andare lontano.
Ora i tempi sono cambiati e le persone devono condividere le proprie conoscenze tra di loro, questa è la vera cultura.  
Questo perché la definizione di cultura in India è la seguente:

- rispetto 
- condivisione 
- comprensione

La presenza stessa di religioni e culture diverse richiede questo, alla fine siamo tutti esseri umani, quindi bisogna provare a condividere, provare ad aiutare gli altri in una visione più ampia, l'āyurveda è anche questo.
La società odierna ha bisogno di un cambiamento che parta dal basso con il supporto di tutti, creare una rete, ispirata da pure intenzioni allo scopo di aiutare gli altri, iniziando a lavorare sull'utilizzo di erbe per esempio, per poi condividere e condividere ancora.
Questa è un'altra cosa che può creare un grande impatto, usando le stessa tecnica del terrorismo, è iniziato in un'area ristretta per arrivare a tenere sotto scacco tutto il mondo.
Attraverso piccoli gruppi di persone possiamo supportare l'intero pianeta, non per combattere ma per condividere e poter crescere, questo credo.

Forse questo momento storico ci porta a non avere fiducia ed a non credere nel futuro.

Assolutamente, bisogna credere, bisogna avere speranza.
Specialmente in questi giorni(1), grazie all'aiuto della tecnologia, la conoscenza può raggiungere velocemente molte persone e a poco a poco si può aiutare il mondo.

L'ultima volta ci ha raccontato cosa significa essere Vaidya(2), esserne destinati, lei è figlio e padre.

Da quando sono nato e poi crescendo, sono sempre stato Vaidya, la mia sola domanda era se divenire un divulgatore di questa conoscenza o usare la conoscenza solo per me stesso.
I miei figli a loro volta sono Vaydia e stanno apprendendo la conoscenza, non c'è altra possibilità per loro, conosceranno l'āyurveda nel profondo.

Questo è Karma(3)?

Si questo è il loro Karma, loro potranno pensare se diventare dei divulgatori o meno, dipende dal loro Karma.
Ma come padre posso aiutarli a scegliere?
Tutti noi quando sediamo da soli, in silenzio e ci guardiamo dentro, lì troveremo le risposte a queste domande:

- Chi sono?
- Qual'è il mio obbiettivo?

A questo punto proprio come ha fatto mio padre, io farò lo stesso con i miei figli, insegnerò loro gli Shastra, i libri classici in Ayurveda, e così via, per prepararli al meglio.
Poi loro potranno guardarsi dentro, come ho fatto io:
"Cosa ho intenzione di fare? Perché mi trovo qui?  Qual'è il mio Karma e di conseguenza quale sarà il mio Dharma(4)?"
Ricerco, e quando scopro qual'è il mio Dharma, lo seguo.
Mio padre ha fatto lo stesso e in questo momento ha solo lasciato il suo corpo fisico, è ancora qui con noi, posso sentirne la presenza quando mi concentro e medito.
Ricorda, le persone spirituali possono guidarci a lungo.
Di fronte ad una scelta, se mi concentro, la scelta sarà volta al meglio grazie all'aiuto di questo tipo di presenza.
Le persone spirituali si muovono in modo diverso, ed in certe circostanze quando stai facendo una scelta per cui tu stesso non sai rispondere, ma la scelta si risolve per al meglio, in quel momento loro sono con te.
La morte è solo un cambiamento d'abito, ma l'Atman(5) continua, rinascerà, in qualche luogo, per servire le persone, è così.

Ti racconto:
Tre giorni prima che mio padre lasciasse il corpo, stavo per partire per Trivandrum e quel giorno, mi chiamò e mi disse:
"E' meglio che tu non parta, forse durante il viaggio dovresti tornare indietro".
Me lo ha detto sicuro, è certo che avrebbe lasciato il corpo, te lo immagini?

La vita è così ed a volte ci porta a livelli più alti.

Note:
1: Il nostro incontro è avvenuto pochi giorni dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015.
2: Vaidya: Sapiente, colui che ha ricevuto la conoscenza. Il termine vaidya, che deriva dalla radice vid “conoscere”, significa “conoscitore” o “persona di conoscenza”.

3: Karma: Azione. Se utilizzato come sostantivo denota l'azione: karma-yoga o pancha-karma. Mentre nella religione e filosofia denota il frutto delle azioni compiute dall'essere vivente.

4: Dharma: Legge, dottrina, virtù, merito religioso, natura, peculiarità. Sono considerate Dharma tutte le pratiche spirituali, discipline, rituali e azioni virtuose.
5: Atman: Anima, se stesso.