Ayurveda e cucina, Barbara e Valter. Terza parte.

Siamo giunti al termine, abbiamo parlato del libro La saggezza del cibo - L’Ayurveda e la cucina delle nostre nonne e dell’importanza di provare, di imparare sul campo, o meglio a tavola. Quindi arriviamo alla domanda di rito: “Qual è stato il vostro approccio con l’āyurveda?”.

Momento di indecisione e Valter mi spiega il suo percorso:


“Ho sentito parlare di āyurveda seguendo dei corsi di Yoga. Poi un giorno in libreria ho trovato un libro di Vasant Lad, l’ho acquistato, l’ho letto non capendoci niente, ma mi ha intrigato.

Quindi l’ho riletto ancora, e mi son detto che dovevo capirla sta cosa, a questo punto ho cercato una scuola e per fortuna ho trovato la scuola Ayurvedic Point.

Non avevo nessun interesse a diventare terapista o altro, ho fatto il corso terapisti per capirne di più di āyurveda, mi occupavo di amministrare aziende, per cui non era il mio obbiettivo e non avevo neanche il tempo di fare il terapista.

Poi mi piaceva la cucina, che è il punto di congiunzione con Barbara, quindi lavorare insieme in cucina, per questo il mio interesse è prevalente all’alimentazione in āyurveda.” 

Barbara: “Un po' di tempo fà ero medico d’emergenza dove lavoravo sulle ambulanze. Per un periodo ho fatto una sostituzione occasionale per una collega presso un ambulatorio durante il pomeriggio.

In uno di questi pomeriggi è passata un'informatrice di prodotti ayurvedici ed ha iniziato a parlarmene, lasciandomi del materiale informativo, ma onestamente non ciò capito molto, ho dato un’occhiata veloce e la prima reazione è stata di metterli da parte. Solo che questa era una appassionata, quindi mi rintraccia e mi telefona chiedendomi quando potevamo vederci per darmi delle informazioni, anche se non ero medico di famiglia.

In quell’occasione mi ha raccontato un pò di cose e informandomi che c’era una giornata in cui il dott. Morandi e Carmen Tosto parlavano di āyurveda a Mestre, e ci sono andata, così, era un periodo in cui stavo affrontando una fase di grossa delusione nei confronti della medicina, non mi piaceva più, mi ero iscritta a medicina perché avevo delle idee ben precise riguardo la medicina e la cura, che con il tempo avevo perso.

Alla fine di quella giornata sono andata dal dott. Morandi ringraziandolo perché mi aveva fatto riscoprire la medicina, in quel periodo loro stavano facendo delle giornate introduttive alla scuola e dopo alcuni giorni mi sono iscritta. “

“Pensiamo spesso che il primo approccio all’āyurveda avvenga attraverso dei guru(1), persone elevate o illuminate, ma spesso l'input iniziale avviene attraverso qualcosa di semplice, un libro per esempio o l’informatrice. Dopo dipende dal singolo far crescere il proprio interesse.”

Barbara: “Io lo dirò sempre fino alla fine dei miei giorni, l’āyurveda mi ha salvato la vita, non nel senso che volessi farla finita, assolutamente, però mi ha veramente portato un cambiamento totale, che stavo cercando, a cui non ero veramente preparata, per questo mi ha salvata.”

Valter: “Sai, lo vedo come un aiuto ritrovare la propria consapevolezza, ti ridà l’attenzione verso le cose semplici ma molto importanti, come l’uso dei sensi, è il filo conduttore di questa mattinata.”

Barbara: “Credo che l’importanza di questi saperi, che una volta facevano parte anche della nostra cultura, che ritrovi anche in testi antichi che vengano letti con attenzione o meno, il messaggio finale che ti passa l’āyurveda può essere letto a vari livelli. 

Per esempio i doṣa(2), all’inizio parli solo di vata, pitta e kapha, poi le rileggi sotto aspetti diversi, questo dipende dal tuo livello di evoluzione, e l’āyurveda ti dà sempre qualcosa e ti dà qualcosa che è compatibile con il tuo livello di evoluzione di quel particolare momento. E questa è una cosa fondamentale.”

“Il dott. Nambi spiegava che trovandoci tutti a diversi livelli di evoluzione, è normale che lo stesso messaggio assuma forme diverse in base all’interlocutore.”

Barbara: “Un esempio accade quando riascolti canzoni o rivedi un film, a noi è successo riascoltando alla radio i Promessi sposi, io li avevo letti a 11 anni, mia mamma riteneva che non parlavi bene l’italiano se non ti eri letta almeno tre volte i Promessi sposi. Quello che ho notato che ci sono dei messaggi su l'equanimità e sulle relazioni, sull’accettazione per esempio, non è corretto paragonare i Promessi Sposi al Ramayana(3), ma quest’ultimo mi è stato spiegato che può avere 7 livelli di lettura. Questa per me è la bellezza della cultura indiana e dell'evolversi nei livelli di conoscenza, scoprirne ogni livello, coglierne la differenza dalla prima lettura all’ultima, cos'è cambiato in noi, cosa si percepisce di nuovo, anche il rileggere quella parte di libro che ti piace necessita la tua presenza.”

 “Per voi quale potrebbe essere il consiglio o la pillola per portare l’āyurveda nella vita di tutti i giorni?”

Valter: “Sicuramente i laboratori, sono gli approcci più semplici, perché sono la pratica, non perché sia stata una nostra idea, ma la pratica è la cosa più semplice da capire è da portar dentro di sé, mentre iniziare dai concetti solamente a volte porta ad abbandonarli.

Il laboratorio inteso come tutte le pratiche, sia in cucina o la pulizia personale, tutte le esperienze che si possono fare, come la meditazione ad esempio, oppure la consapevolezza nello scegliere e preparare il cibo.”

Barbara: “Soprattutto quello, l’attenzione a noi stessi e al mondo che ci circonda, già stiamo facendo Ayurveda.”

Per conoscere e contattare Barbara e Valter potete visitare il loro sito prakriti.eu.

Leggi anche:
- la prima parte: In cucina a 4 mani, la seggezza del cibo.
- la seconda parte: Il laboratorio.

Note:

1-guru: pesante, venerabile (Diz. Sanscrito Ed Avallardi). Definisce sia la qualità pesante, che persona venerabile o spirituale, maestro.

2-doṣa: Principio e sostanza bioenergetica (Āyurveda, F.J. Ninivaggi, ed Ubaldini). Alterazione, malattia (Diz. Sanscrito Ed Avallardi). Questi sono kapha, che rispecchia gli elementi prithvi (terra) e jala (acqua), pitta che esprime le qualità di tejas (fuoco) e in parte minore di jala, ed infine vata che rivela vaju (aria) ed akash (etere).

3-Ramayana: Poema epico indiano che celebra, con stile elaborato, le gesta di Rama, guerriero forte e pio. Tradizionalmente attribuito a Valmiki, il R. ebbe redazione definitiva nei primi secoli della nostra era (Treccani).