L'importanza del paziente in āyurveda. Dott Pomari, seconda parte

Continuiamo l’incontro con il dott Silvano Pomari (qui trovi la prima parte), cardiologo e medico ayurvedico, che, dopo averci spiegato la Nadi Vigyan, l’analisi del polso come tecnica di anamnesi ayurvedica, chiariamo l’importanza del paziente durante la cura, soggetto attivo di qualsiasi tipo di terapia.


"Dottor Pomari parlavamo del rapporto di consapevolezza che si crea, durante l’analisi del polso, tra il medico ed il paziente. Questo concetto si riallaccia all’importanza dei quattro pilastri della terapia ayurvedica: il medico, le terapie, il terapista ed il paziente. Quindi in āyurveda quanto è importante la coscienza del paziente?”



"Tantissimo, l’occidente viene definito con un livello di coscienza basso, tanto da limitare, a volte, la diffusione e l’insegnamento dell’āyurveda da parte di alcuni maestri.

Possiamo dire che o ci si avvicina a questa medicina solo per provare, quindi senza impegno, nelle nostre abitudini assumere delle medicine senza doversi impegnare risulta più facile. Oppure viene assunto a fede, perdendone il concetto di medicina.

Adottare uno stile di vita adeguato all'ambiente, cambiare abitudini mentali e prendersi cura del proprio corpo e dell’ambiente in cui ci troviamo sono fasi importanti per la propria coscienza.

Quindi si riscontra che il paziente, che decide di seguire l’āyurveda, normalmente abbia un livello di coscienza leggermente più elevato della media.”


“Potremmo dire che la prima barriera da sconfiggere quindi sia Tamas(1)?”


“Si, giustamente questo velo porta le persone a cercarne il trucco: ‘Come può avvenire che con un tocco si ottengano molte risposte?’

La reazione immediata del paziente è chiedere se abbiamo ottenuto informazioni in altro modo, attraverso il coniuge o tramite internet per esempio. Viene paragonato a magia o poteri soprannaturali.

È difficile da comprendere per la nostra mentalità, ma questa è una tecnica di semeiotica, cioè l’arte di interpretazione dei segni in medicina, di cui ricordo ancora l’esame universitario, mentre ora si insegna meno sfortunatamente.

Questo sta portando a studiare profondamente il polso, gli effetti, l’analisi e tutto ciò che ne è connesso. Per esempio nel 2017 è stato consegnato il nobel sui bioritmi, concetti che nella Charaka Samhita (2) venivano descritti già millenni fà.”

  

“Quindi il paziente diviene soggetto attivo nella cura, non gli viene applicata la cura ma lui ne fa parte?”


“Il medico ha la funzione diagnostica e di programmazione, l’operatore deve avere le capacità di attuare le tecniche, anche a lui viene richiesto un adeguato livello di coscienza per essere in sintonia durante la terapia.

Il trattamento è uno degli svariati approcci terapeutici in āyurveda ed è ovvio che è mediato da una persona, il terapista quindi. 

Capita spesso che parliamo del concetto di bala (3), la forza, il potere o il vigore dell’individuo, in base a questa e quindi la sua capacità di seguire o meno la terapia, si possono scegliere diversi rimedi e sequenze.

In alcuni casi la terapia si basa solamente sul assunzione di acqua bollita, la famosa “acqua calda”, perché sia per una predisposizione limitata o per difficoltà a gestire il paziente, siamo sicuri che la seguirà, se al contrario proponessimo una terapia completa potrebbe abbandonare la terapia.

Allora lo guidiamo un gradino alla volta, come seguire il dinacharya (4) per esempio, ma secondo i vari aspetti che si mettono in gioco e che agiscono sulla costituzione, per questo diviene essenziale la partecipazione del paziente.”



“L’āyurveda è soprattutto una medicina preventiva, comprende l’importanza del variare dell’età, del tempo e delle stagioni, per mantenere un equilibrio ed una omeostasi nel corpo, ogni quanto sarebbe consigliato un consulto medico?”


“Dipende se parliamo di cura delle malattie, oppure se parliamo di prevenzione o di diagnosi precoce, io faccio l’esempio che la salute è come i soldi, è meglio preservarli quando si hanno, che tentare di recuperarli quando si sono perduti. 

Diciamo che per avere un’attenzione mantenuta, sarebbe consigliata una volta in primavera ed una in autunno. Sono i momenti in cui ci sono gli sbalzi tra freddo-caldo e caldo-freddo, normalmente i pazienti più ligi arrivano sempre in questi periodi.

Per quanto riguarda le malattie dipende dalla tipologia, per esempio le malattie metaboliche come il diabete e l’ipertensione, necessitano di una continua attenzione nello stile di vita e verso le proprie abitudini.

Il percorso ai adegua in base all'evoluzione della malattia, al comportamento del paziente e di tutto quello che lo circonda.

Importante è l’attenzione che viene data alla terapia, non sospendendo anche le semplici cose, come assumere acqua bollita o variare tempi e modi dell’assunzione dei farmaci, per poi ripresentarsi dopo alcuni mesi dal medico per rifare la visita.”


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1-Satva, Rajas e Tamas: tradotti come triguna o mahaguna: "I triguna si rendono necessari per attivare la conoscenza del sé. Da loro dipendono gli stati psichici dell'uomo". (Curarsi con l'ayurveda. Swami Joythimayananda, Ed Frilli). "Questi tre attributi forniscono la base per distinzioni del carattere umano e le differenze individuali nelle inclinazioni psicologiche e morali". (Ayurveda: The Science of Self Healing: A Practical Guide (English Edition) Dr. Vasant Lad, Ed Motilal Banarsidass).


2-Charaka Samhita: E' una composizione di testi scritta attorno al 400-200 A.C. Viene definito uno dei testi più antichi e uno dei più importati tra i testi ayurvedici.


3-Bala: Potere, forza, potenza, vigore. (Diz. Sanscrito Ed Avallardi).


4-Dinacharya: tradotta anche con routine giornaliera, è un ampio discorso che comprende non solo la pulizia del corpo e dei sensi, ma anche le azioni da compiere e i momenti più adeguati durante il giorno.