Swami Joythimayananda "L'Ayurveda nella vita quotidiana", la conferenza, prima parte.

Mercoledì 6 Maggio, la primavera mostra i suoi colori. In un tardo pomeriggio un po' troppo caldo per il periodo, Padova diviene il luogo del primo incontro in questo viaggio.
Mi reco all'Ex Fornace Carotta, in zona Sacra Famiglia, dove si terrà la conferenza  dal titolo "L'Ayurveda nella vita quotidiana" tenuta da Swami Joythimayananda.
Mi accompagna Tamila, cara collega ed ex studente di Swami, con la speranza che il Maestro mi dedichi qualche minuto alla fine della conferenza. Mi sembra un'ottima opportunità per iniziare i miei incontri. A causa del traffico arriviamo dopo le presentazioni di rito, poco prima che inizi a parlare il Maestro. 
Le circa 50 persone nella sala sono invitate ad alzarsi da Swami stesso per un momento di meditazione attraverso il canto di alcuni mantra, per favorire l'attenzione e la concentrazione.
La conferenza si svolge piacevolmente attraverso i concetti che in āyurveda vengono definiti come Dinacarya (1) ossia i regimi quotidiani di abitudini e pulizia, importanti per mantenere in equilibrio sia il corpo che la mente allo scopo di rallentare l'invecchiamento e limitare l'insorgere delle malattie.
Apro una parentesi per aiutare a comprenderne il significato. L'āyurveda si presenta come medicina preventiva oltre che curativa, quindi l'attenzione a non sottoporre il corpo e la mente a situazioni in cui questi possano essere danneggiati diviene essenziale per chi ne trasmette i principi.
Secondo il Maestro la conoscenza della vita (2) è qualcosa che risiede in tutti noi, quindi ognuno ne conosce qualche aspetto, ma la difficoltà nasce dalla scelta di fronte a due tipi di azioni:
- quelle che ci danno dei vantaggi.
- quelle che ci danno dei svantaggi.

Qui iniziano le difficoltà che ognuno di noi deve affrontare ponendo attenzione agli aspetti più semplici della vita quotidiana.
Il giorno viene diviso in base all'influenza del sole, definendo il mattino come il momento più importante per la pulizia del corpo, intesa come pulizia dei sensi, essenziali per comprendere il mondo esterno. Attraverso la pulizia della lingua e del cavo orale con polveri d'erbe (senso del gusto), oleazione del corpo (senso del tatto), oleazione del naso (senso dell'olfatto), oleazione degli occhi (vista) ed orecchi (udito). Naturalmente gli olii utilizzati devono avere caratteristiche e qualità adeguate al singolo utilizzo e utilizzati nel modo appropriato.
La pulizia della mente invece avviene tramite la meditazione e la pratica Yoga, mirate a "pulire" la parte più intima dell'individuo, mirando a controllare bisogni ed istinti che ci possono far cadere in scelte errate.
Quindi, dopo le pulizie, si passa al nutrimento attraverso la colazione, che non dovrebbe avvenire appena svegli, perché un corpo sporco non riesce ad assumere completamente i nutrienti, inoltre la capacità digestiva, definita come Agni (3), necessita di tempo appena ci si sveglia per funzionare al meglio. Al mattino sarebbero consigliati cibi dal gusto aspro (4).
A pranzo invece si consigliano cibi dal gusto pungente per facilitare l'assimilazione dei nutrienti. Il pranzo viene definito il pasto più importante, mentre la sera si consigliano cibi dal gusto dolce, per prepararsi al riposo.
Swami quindi chiarisce la visione di cibo non strutturata in componenti quali proteine, lipidi etc..., ma dalla loro composizione in base ai 5 elementi (5), che una volta assunti ed assimilati compongono i tessuti.
Il Maestro pone l'accento sulla fase sonno-veglia, punto critico della nostra società, dove gli orari si adeguano in base ad esigenze lavorative e di svago, ma che dovrebbe essere più compatibile con i ritmi naturali. Per questo ci si dovrebbe coricare non dopo le 22 e sarebbe consigliato svegliarsi all'alba, garantendo un sonno riposante.
Importante per il Maestro rimane l'atteggiamento verso la vita. I nostri obbiettivi e la forza con cui ci impegniamo a portarli a termine. Per questo è essenziale controllare i desideri, attraverso l'autocontrollo, permettendo una comprensione reale di sè. Pochi consigli su come poterci aiutare in questo percorso. Iniziando al mattino con un'idea di come sarà gestita la giornata, ponendo lo sguardo ad azioni di crescita personale, finendo la sera con un piccolo resoconto di come si è svolta la giornata. Non cercare subito la perfezione nel proprio atteggiamento ma essere felici anche dei piccoli cambiamenti del proprio percorso.
Concludendo con i 5 strumenti validi al fine di migliorarsi, quali la pazienza, la resistenza, il non criticare, il non lamentarsi ed infine il sentirsi felice, dire a se stessi che si sta bene.
Il concetto di controllo ritorna anche su una domanda posta da una persona del pubblico la quale chiedeva il perché nell'uomo risiedano il vizio, il desiderio e la virtù. La risposta risulta semplice e chiara: "è nella natura dell'uomo, nell'universo naturale, cadere nel vizio è naturale per l'uomo, per questo bisogna controllare risvegliandosi".

Si chiude così la conferenza, in pochi attimi Swami viene circondato da conoscenti e curiosi, io aspetto in disparte, lascio che si spenga l'entusiasmo, il seguito nel prossimo post.

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(1) Dinacharya: igiene di vita personale e quotidiano.

(2) Ayurveda significa "conoscenza della vita, da Ayu - vita e Veda - conoscenza.
(3) Agni: il fuoco. Visto come capacità digestiva degli alimenti e assimilativa nei vari tessuti. 
(4) Rasa o gusto, in Ayurveda si definiscono 6 gusti: Madhura-dolce, amla-acido, lavana-salato, katu-pungente, tikta-amaro, kashaya-astringente.
(5) Panchamahabhuta o 5 elementi: Prithvi-terra, Jala-acqua, Tejas-fuoco, Vaju-aria e Akash-etere. Divisi in tre dosha (umori del corpo) che ne rispecchiano le qualità e le caratteristiche, questi sono Kapha, che rispecchia gli elementi Prithvi e Jala, Pitta che esprime le qualità di Tejas e in parte minore di Jala, ed infine Vata che rivela Vaju ed Akash.


P.S.: per rendere il post più scorrevole non ho riportato tutti i temi trattati durante la conferenza. Inoltre ho variato l'ordine dei temi trattati.